PIÒVA – pioggia. L’è na piàva ch’l’an fa paura; e’ véin na piòva ch’a s’afughèm.
Questo è quello che riporta il “Dizionario Romagnolo (ragionato)” di Gianni Quondamatteo. Calza a pennello per questi primi giorni piovosi di settembre. Quindi, dopo i suggerimenti sulle cose da fare a Rimini e dintorni quando piove, e anche sulla seconda parte dell’articolo, ecco altri consigli su posti e locali da (ri)scoprire nei giorni di tempo brutto.
Una visita al Tempio Malatestiano, a Rimini: tra la Stazione di Rimini e Piazza dei Martiri spicca quest’opera monumentale costruita tra il 1450 e il 1460, anche se i lavori effettivamente non finirono mai a casa della decadenza della famiglia Malatesta. Proprio qui vi si trova il sepolcro di Sigismondo Malatesta – a destra dell’ingresso – e una quantità di ricchezze architettoniche di inestimabile valore: finestre gotiche, balaustre di marmo, un’infinità di statue e bassorilievi realizzati da artisti di prestigio – basti pensare che Leon Battista Alberti fu il coordinatore dei lavori di ogni opera. Troviamo un prezioso capolavoro di Piero Della Francesca nella prima cappella, proprio nella cella delle reliquie; un altro capolavoro lo si scopre nella cappella dei Pianeti, realizzata da Agostino di Duccio, e anche nella cappella di Isotta degli Atti, terza moglie di Sigismondo. Tra i memorabili bassorilievi e tanti altri gioielli artistici, spicca la Croce di Giotto, dalla forma particolare e caratteristica, è una delle opere più importanti collocate a Rimini e un prezioso esempio del patrimonio culturale romagnolo.
Andare a mangiare una piadina fatta in casa a Santarcangelo di Romagna: quello di Santarcangelo è uno dei Comuni più deliziosi dell’entroterra romagnolo, delizioso perché ricco di enoteche e ristorantini dai sapori ricercati e anche perché qui si trovano ancora le donne di casa, quelle che fanno la sfoglia a mano e, in particolare, la piadina. I portici, la fontanella del centro, le piccole strade che s’intrecciano tra le mura del centro storico rendono questo Comune un piccolo gioiello in cui in qualsiasi momento dell’anno è bello rifugiarsi, magari nelle giornate uggiose. Si scoprono così altri negozi, di antiquariato, di strumenti musicali e abbigliamento, bar e vetrine antiche.
Quattro passi nel centro di Cattolica: ombrello aperto e attenzione al portafoglio, perché i tanti negozi, di abbigliamento, gioielli e design che si trovano nelle vie dello shopping di Cattolica sono una folle tentazione. Precisamente, in Via Mancini, Viale Bovio e I si scoprono le vetrine più ricercate sia dai cattolichini che dai turisti. Il tour comincia ovviamente dal Comune di Cattolica, dal quale ci si sposta prima verso la Pasticceria Staccoli per un breve step brioches e caffè. Dal momento che i dolci sono tutti fatti in casa, e buonissimi, questo step iniziale potrebbe durare un po’ più del previsto. Quando lo stomaco sarà pieno bisogna incalzare Viale Mancini in direzione mare, a Est per i più pignoli. Ecco dunque che si scoprono i primi negozi, tra i quali non può mancare una tappa al Calamaio – irresistibile per bambini, teenager e anche per i grandi, quelli mai troppo seri e rigidi -. I negozi privati di abbigliamento scorrono uno dopo l’altro, ognuno con il suo stile, il suo gusto e il suo design. Alla seconda pasticceria che incontrate, Adler, potete approfittare per un gelato – buonissimo – o una crep – favolosa, prima di prendere Viale Bovio. Qui altre vetrine, altre occasioni e altri momenti di moda, classica e moderna. Questo è il viale principale della città, luogo d’incontro, di innamoramenti, litigi e incontri, qui batte il cuore di questa piccola città. Cercate di non spelare subito la carta di credito perché proprio da Viale Bovio si può intraprendere Viale Matteotti, un’altra strada di vetrine e negozi di ogni genere. Lungo il percorso, oltre le due pasticcerie appena menzionate, incontrerete altri bar, enoteche, pub e ristoranti, tutti deliziosi. Quindi siete avvisati. Anche se il centro di Cattolica è effettivamente di dimensioni ridotte, bisogna andarci sempre con la massima cautela, nel portafoglio e nello stomaco.
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