Nel post Cose di Mare vi avevamo chiesto di raccontarci in parole o immagini i significati del mare, con particolare riferimento alla costa riminese.
Il primo a scriverci è stato Ernesto: “Per me il mare é sinonimo di divertimento. Da piccolo con qualche amichetto ci si divertiva a scavare buche, fare castelli di sabbia, e raffinare le paraboliche della pista delle biglie. Poi quando avevi fame c’erano i bomboloni, le bombe, i canditi e tutte le altre leccornie dei venditori da spiaggia. Con l’adolescenza si aggiunsero i mega partitoni di Beach volley, i bagni assieme al mega gruppone di amici, e le serate in spiaggia, i giri per Viale Ceccarini con la tipa che ti piaceva. Con gli anni il divertimento si é industrializzato, e anche la spiaggia é cambiata. È esploso il Marano a Riccione. Prima il Territorio Match Music con i suoi concerti e gli altri eventi. Poi negli ultimi anni sono nati tanti locali sulla spiaggia, modello Milano Marittima, e il Marano é diventato un mega ritrovo sulla sabbia e all’aperto, riscoprendo un divertimento più naturale rispetto alla discoteca classica, con l’effetto collaterale di creare un pò di traffico e di casino in questa zona. Passano gli anni ma per me il mare é e rimarrà sempre sinonimo di divertimento.”
Mauro ci racconta invece che se dovesse scegliere un oggetto, e uno soltanto, per descrivere la bellezza della Riviera di Rimini, del mare che bagna tutta la costa che va da Cattolica a Bellaria Igea Marina, sceglierebbe una scultura: la Sposa del Marinaio di Umberto Corsucci. “Per il suo fascino, per la posizione in si colloca (sulla punta più estrema del porto di Rimini) e per i mille significati che evoca, quest’opera è davvero qualcosa di incredibile”. Mauro è un appassionato ciclista, e quando percorre la costa romagnola si concede sempre qualche minuto di relax ai piedi della Sposa. A proposito di quest’opera, @davidebertozzi ha deciso di andare a farle qualche scatto e di chiedere ai pescatori di Rimini cosa pensassero dell’opera, e uno di questi, detto “Bafét” dice “è una cosa immensa, raccoglie la storia e la tradizione dell’arte marinaresca romagnola; sembra stia li ad aspettare, o chiamare i pescherecci”.
Il mare è quello che raccontano i libri, ed è sempre lo stesso, sia che si parli dell’Oceano Pacifico che dell’Adriatico, racconta invece Marco; quello che cambia, continua, sono i pesci che ci nuotano dentro e il dialetto dei marinai.
Massimiliano invece si affida alle fotografie, con uno scatto del porto di Cattolica innevato ed un particolare tra due pescherecci. Le sue foto ricollegano il mare ai pescatori, a quelle persone con lo vivono con il vento nei polmoni e la salsedine tra le mani.
I significati del Mare Adriatico, almeno nel riminese, si collegano quindi al divertimento, al relax, all’attendere un qualcosa che ha a che fare con lo stare bene e con il raccontare le storie dei marinai.
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